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Proprietari o Educatori dei nostri figli/allievi?

Prima di cominciare a leggere questo articolo è il caso di chiarire bene il significato del verbo educare=educĕre «trarre fuori, allevare», e ducĕre «trarre, condurre»] In generale, promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona, specialmente di giovane età con l’esempio.

Quindi si può BEN EDUCARE, tirando fuori il meglio dall’educando, o viceversa MALE EDUCARE tirando fuori il peggio dall’educando.

Molto spesso negli anni da insegnante di judo, mi sono sentito dire: E’ “MIO” FIGLIO, “IO” SONO IL PADRE, “IO” LA MADRE, quindi DECIDO “IO”. Come tutti ben sappiamo l’aggettivo “MIO” indica un possesso, una proprietà. Ciò fa dedurre che un essere umano possa diventare per diritto acquisito una proprietà o un possesso di un altro essere umano.

Sulle decisioni che vengono adottate per educare i propri figli/allievi, si fa troppo spesso l’errore di non sottoporci ad un ragionamento che ci porti a comprendere se il metodo educativo che stiamo adottando sia veramente utile ad una crescita sana dei nostri figli, o se sia un riflesso incondizionato del nostro percorso di vita, non rendendoci conto che i percorsi di ognuno di noi sono diversi e mutano insieme ai tempi ed alle circostanze, che, anche se simili non potranno mai essere identici a quelli vissuti da noi durante la nostra vita. Credo che per essere un genitore/educatore/insegnante bisogna prima di tutto essere adulti, svegli, completi, consapevoli soprattutto dei propri automatismi e dei propri lati nascosti. Bisogna evolversi e capire che il proprio comportamento e modo di agire può influenzare la crescita dei propri figli/allievi. Essere adulti non è proporzionale all’età che si ha, ma conoscere se stessi agendo con etica, determinazione e costanza.

La nostra esistenza è il risultato di un percorso di vita che in qualche modo abbiamo dovuto affrontare cercando di agire nel modo corretto, in qualche modo saremo sempre sottomessi all’immagine che vogliamo o che creiamo di noi e di quella che vogliamo dare agli altri, distorcendo l’attenzione dalle nostre percezioni ed opprimendo sentimenti e ferite profonde.

Il compito del genitore/insegnante/educatore non è quello di plasmare, indirizzare i propri figli/allievi in un cammino prestabilito, dettato dalle nostre frustrazioni o da ciò che non siamo riusciti ad ottenere o realizzare, ma di indirizzarli come un tiratore con l’arco fa con la propria freccia, nella direzione giusta, aiutandoli ad essere ciò che già sono, facendo emergere i loro talenti e le loro qualità. Per farlo, è importante conoscere se stessi, i meccanismi interiori e quali situazioni li hanno determinati. Essere a conoscenza che un certo comportamento dei tuoi genitori/educatori (per quanto mossi da buone intenzioni) ha potuto creare in te convinzioni limitanti, che frenano non solo la crescita dei nostri figli/allievi, ma anche la nostra, comprenderlo può aiutarci ad essere maggiormente responsabili verso la nostra crescita e quella dei nostri figli/allievi.

Capire i propri schemi interni, porta ad essere individui maturi e consapevoli, quindi autorevoli, che è diverso dall’essere autoritari ed il contrario di essere libertari o accondiscendenti.

Di fronte alla difficoltà nell’educare i propri figli e allievi si tende a:

  • essere eccessivamente direttivi e imperativi seguendo schemi rigidi che probabilmente tu stesso, da bambino o da adolescente, hai considerato inadeguati o dispotici;
  • lasciar loro troppa libertà – memori delle imposizioni ricevute e desiderosi d’essere “democratici” – facendoli invece sentire abbandonati o soverchiati dalla precoce responsabilità;
  • troppo indulgenti e sentimentali nel tentativo di guidarli con amorevolezza e protezione, col risultato di farli sentire piccoli e soffocati

Essere autorevole significa agire nel giusto, capaci di fornire un solido sostegno, degni di stima e di fiducia anche nei casi di disaccordo, perché congruenti con se stessi e guidati dall’etica essenziale che è in noi, dotata di creatività e di lungimiranza.

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